La costa meridionale
La via Severiana, realizzata nel 198 d.C. dall’imperatore Settimio Severo da cui prende il nome, collegava Ostia a Terracina, ricalcando i tratti stradali già esistenti e rendendo più agevolmente percorribile l’intera costa meridionale.
Il silenzio ed il profumo dell’aria, le attrattive del mare e gli spettacolari tramonti hanno fatto di questi luoghi, fin dall’antichità, le mete ideali di uomini di stato, intellettuali ed artisti in cerca di un’oasi di pace.
In questa pianura attraversata dalla via, Augusto, Nerone, Cicerone e tanti altri vollero costruire le proprie ville, imitati, dopo la pausa del Medioevo, da cardinali, aristocratici e artisti. Il territorio dunque, si conferma un luogo di fascino a dispetto dell’urbanizzazione, a tratti selvaggia, che ne ha cementificato intere aree.
Dopo aver lasciato Ostia il tracciato viario correva lungo la costa superando Castel Fusano e Castelporziano, in cui varie campagne di scavo hanno portato alla luce resti di sontuose ville, per dirigersi verso Anzio.
Cittadella di origini latine, poi occupata dai Volsci, Anzio, l’antica Antium, divenne colonia romana nel 338 a.C. Fu luogo di villeggiatura della classe dirigente romana, come provano i resti delle antiche ville, tra cui spicca il complesso monumentale noto come Villa di Nerone, più propriamente conosciuto come villa imperiale.
Si tratta di una grandiosa residenza utilizzata dagli imperatori di epoca augustea fino ai Severi. Nella villa nacquero Caligola e Nerone e proprio sotto quest’ultimo furono eseguiti importanti lavori di ampliamento, insieme alla costruzione del porto neroniano, di cui restano significative strutture.
L’intero complesso, oggi Parco Archeologico della villa imperiale o di Nerone, si disponeva su terrazzamenti prospicenti il mare; la sua opulenza è testimoniata ancora oggi dai resti di padiglioni, ninfei, giardini e ambienti riccamente decorati adibiti a spettacoli teatrali e museali.
Al tempo delle invasioni barbariche e soprattutto delle incursioni saracene, l’antica Antium fu abbandonata. Il porto continuò a funzionare, sia pure stentatamente, mentre lungo la costa sorgevano torri di difesa o di avvistamento contro il pericolo saraceno. La ripresa ebbe inizio nel ‘600 quando monsignor Bartolomeo Cesi commissionò un “casino di roccia”, oggi noto come villa Adele (dal nome della principessa Borghese che vi abitò nell’800), dove hanno sede uffici comunali ed il Museo dello Sbarco, con ricordi e testimonianze dell’operazione militare alleata del 21 gennaio 1944.
Agli inizi del ‘700, Innocenzo XII fece costruire il porto tuttora in funzione, mentre nel 1728 fu costruita, su resti romani, villa Albani per volere del cardinale Alessandro, appassionato archeologo, forse su progetto di Alessandro Specchi.
Tra il 1732 ed il 1735 un altro famoso cardinale, Neri Maria Corsini, edificò la propria villa ad Anzio che acquistata nell’800 dagli Aldobrandini è oggi nota come villa Sarsina.
Durante la bella époque Anzio fu meta di villeggiatura nobiliare e altoborghese. Vi sorsero graziosi villini eclettici e liberty e negli anni venti, il paradiso del mare, un edificio di stile neo-liberty che si leva su una monumentale scalinata in vista sul mare.
Proseguendo lungo la via, merita una visita il Forte Sangallo, edificato, tra il 1501 ed il 1503, per volere di Cesare Borgia. Il forte è una delle più apprezzate operi militari dell’epoca, ed oggi ospita l’Antiquarium Comunale ed il Museo dello Sbarco alleato. Poco lontano sorge il borgo medievale di Nettuno, serrato dalle sue antiche mura. Vi sorgono il palazzo baronale, il palazzo Pamphili, decorato da affreschi seicenteschi e la chiesa di origine medievale di San Giovanni.
A circa dieci chilometri da Nettuno, s’innalza nel mare Torre Astura, costruita probabilmente nell’XI secolo in un sito abitato fin dall’età del ferro e divenuta sotto i Volsci importante sbocco a mare per la città volsca di Satricum. La torre costruita su resti romani, fu scenario di un famoso avvenimento storico: il tradimento del giovanissimo principe Corradino di Svevia, nipote di Federico II che, nel 1268 fu catturato dai feudatari Frangipane e consegnato a re Carlo d’Angiò, che lo fece decapitare a Napoli.
La via continuava quindi fino a Terracina ed il Circeo come riporta la Tabula Peutingeriana, copia medievale di un itinerarium romano di età tardo-imperiale.