Gli antichi porti della Capitale
Le vie Ostiense e Portuense fin dall’antichità collegavano la città di Roma al suo litorale attraversando l’ondulata pianura dell’Agro romano. La prima fu costruita contemporaneamente alla città di Ostia, il porto di Roma, costeggiando la riva sinistra del Tevere per circa 16 miglia.
Dopo il lento e progressivo insabbiamento del suo scavo fluviale ad Ostia fu affiancata la costruzione di un nuovo imponente porto marittimo, chiamato Portus e costituito da bacini, canali ed infrastrutture. Il progetto fu voluto dall’imperatore Claudio e terminato da Nerone. Contemporaneamente fu costruita la via Portuense che, ricalcando un tracciato di epoca preromana, usciva dall’omonima porta, corrispondente all’odierna porta Portese e si dirigeva verso lo scalo portuale. Entrambe le vie attuali ricalcano le antiche, attraversando agglomerati urbani risalenti perlopiù al secondo dopoguerra, quali Vitina, Acilia ed i moderni nuclei di Ostia e Fiumicino, ma anche vaste aree coltivate, ampie pinete, boschi e spiagge.
L’antica Ostia fu fondata intorno al VI secolo a.C. nel punto in cui il fiume Tevere aveva il suo sbocco nel Mediterraneo (il nome infatti deriva dalla parola ostium, ossia foce). In poco tempo la città sviluppò una funzione commerciale. I cambiamenti del corso del Tevere, i continui insabbiamenti e l’avanzamento della linea di costa ne determinarono, a partire dal periodo imperiale, il collasso come struttura portuale. La città mantenne comunque un ruolo di controllo commerciale dell’area e dell’attigua Portus; il declino e l’abbandono giunsero solo con la fine dell’impero romano.
Gli scavi ebbero inizio nel 1800 sotto Pio VII, proseguirono con Pio IX nel 1909 e continuano ancora oggi, con lo scopo di portare alla luce uno dei migliori esempi, dopo Pompei ed Ercolano, di città di epoca romana. L’ingresso agli scavi si apre in prossimità della porta Romana, che segna l’ingresso della via Ostiense all’interno della cinta muraria. Lungo la prima parte della via, esterna alla porta si allinea la necropoli ostiense, dopo la porta la via Ostiense diventa decumanus maximum, arteria principale in direzione nord-sud. Ai lati del decumanus sono visitabili horrea e grandi magazzini, oltre alla caserma dei Vigili, che avevano il compito di controllare Ostia ma anche Roma. Più avanti è il teatro di età augustea, tuttora in funzione per spettacoli estivi dopo i restauri del XX secolo. Ad esso è collegato un complesso unico, non riscontrato in nessun’altra città romana conosciuta, noto come piazzale delle Corporazioni, perché nei portici che lo delimitavano avevano i loro uffici le diverse associazioni imprenditoriali (le corporazioni appunto) attive ad Ostia. A queste associazioni si riferiscono i mosaici del II secolo d.C. che è possibile ammirare sul pavimento dei portici.
Il decumano raggiunge quindi il Castrum, l’antico nucleo repubblicano della città, al cui interno fu costruito il foro, con la basilica giudiziaria, il monumentale tempio di Roma ed Augusto, le terme del foro ed il maestoso Capitolium, dedicato alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva). Uno degli edifici che merita una visita è il Thermopolium, locale di ristoro con un bancone di mescita, un grande contenitore di terracotta, dolium, interrato per contenere vino ed olio freschi ed un focolare. Aldilà del foro poi la città si estendeva con quartieri residenziali che custodivano domus signorili, villini ma anche case d’affitto a più piani, dette insulae.
Nel 42 d.C. sotto l’imperatore Claudio ebbe inizio la costruzione di un bacino artificiale a cui furono affiancati due lunghi moli, su cui sorgeva un faro a più piani. Insabbiatosi anche il porto di Claudio, Traiano cinquant’anni dopo volle sostituirlo con un bacino interno, di forma ottagonale, nei pressi del quale sorse la città di Portus, con terme, templi e residenze imperiali.
L’area archeologica comprende solo una parte della città antica, mentre l’esagono e tutto il suburbio è ancora in proprietà privata. In epoca cristiana fu sede vescovile, dotata di una propria cattedrale (IV secolo). Resta tuttora l’antico episcopio o castello di Porto che appare, nel suo rifacimento tardo-cinquecentesco, sulla sponda del canale di Fiumicino.
Fra il Porto e Ostia, ad Isola Sacra, sorge la necropoli di Porto di età traianea, dove trovavano l’ultima dimora marinai e lavoratori portuali. Le sepolture sono piccole, molte semplici, a forma di tempietto o di casa e ornate di stucchi, pitture e mosaici.