Nel 1912 il Governo decise di realizzare una linea ferrata che congiungesse la costa tirrenica a quella adriatica, collegando Civitavecchia ad Ancona e passando per le neonate acciaierie di Terni e la fabbrica cartaria di Fabriano. Nel 1929 fu inaugurata la tratta da Civitavecchia a Orte per una lunghezza totale di 86 km che i treni riuscivano a coprire in oltre tre ore. La bassa velocità ed il fatto che molte delle stazioni fossero state costruite lontano dai centri abitati, resero la linea poco efficiente sin da subito, sia per i passeggeri che per il trasporto merci.
Nel 1936 si scelse di elettrificare la linea per diminuire i tempi di percorrenza, ma l’inizio della guerra determinò l’abbandono dei lavori e limitando la linea elettrica solo per la tratta Civitavecchia-Aurelia.
La linea fu comunque molto utilizzata durante la seconda guerra mondiale sia per le tradotte dei mezzi corazzati, sia per servire lo stabilimento di alluminio di Aurelia. A partire dal 1944 hanno inizio i bombardamenti aerei nell’area vicino Civitavecchia: la stazione di Civitavecchia viene completamente distrutta, e vengono danneggiato il passaggio sul fiume Mignone, molti caselli e stazioni. La linea viene riparata e riattivata nel 1947, ma le autolinee del bus e le prime auto iniziano a far concorrenza ad un trasporto ferroviario che rimane lento e molto disagevole per i passeggeri. I fruitori rimasero i lavoratori rurali ed in estate i bagnanti che da Viterbo raggiungevano la costa. Nel 1961 una frana determinò l’inizio dell’abbandono della tratta, che venne definitivamente chiusa nel 1994.
Gli appassionati di trekking e mountain bike possono oggi ripercorrere la linea ferrata, immersi in una vegetazione rigogliosa e alla scoperta delle stazioni rimaste, costruite in stile liberty, con il nome in marrone su graziose maioliche gialle.
Il tracciato è ricco di interesse poiché la ferrovia attraversa territori con rovine etrusche, dighe romane e mulini medievali ma anche gole, cave tufacee e ponti sul fiume. Seguendo solamente la tratta romana, si può partire dalla bella stazione di Allumiere dove la vista si apre sulla campagna e spazia fino al mare. Una piccola deviazione consente di visitare la bella chiesa del borgo della Farnesiana, sorto per ospitare operai e minatori. La chiesa, costruita in stile neogotico nel 1836, è attualmente pericolante. Tornata alla strada ferrata, la tappa successiva fa rientro in territorio viterbese, con la stazione di Mole del Mignone per poi proseguire verso la stazione di Aurelia (il tratto è coperto dalla vegetazione per lunghi tratti, in altri sono ancora visibili le rotaie, deformate in molti punti). Dopo aver attraversato l’Aurelia nel punto di allaccio con l’A12 verso Roma, si prosegue fino alla stazione di Civitavecchia.